venerdì 29 ottobre 2010

Murasaki e le istantanee dall'asilo nido

Il tempo corre più veloce di quanto faccia io, perciò devo fermare queste istantanee prima che mi scappino via...

Dopo la prima settimana di inserimento, non ho più accompagnato Sorellina al nido fino a questa settimana. Per fortuna tra i racconti di Mr T e qualche scambio di battute con Tata Lilly (mentre le passavo al volo la piccolina, prima di correre a prendere il treno) sono riuscita a ricavare qualche istantanea del primo mese di nido della nostra donnina.

ISTANTANEA N°1: pranzo al nido
Avendo Sorellina solo sei denti ed essendo una dei più piccoli tra gli Gnomi, non sempre le sono presentate le stesse pietanze dei bimbi più grandi, perciò...
Tata Lilly: "Sa, signor Mr T? Oggi Sorellina ha mangiato da sola tutta la sua pastina, il secondo e il contorno..."
Mr T: "Bene, mi fa pia..."
Tata Lilly: "Ecco, poi ha visto che i bimbi più grandi mangiavano la pizza e ha iniziato ad agitarsi, indicando la pizza... Gliene abbiamo dato qualche pezzettino, ma se ne è infilati in bocca 4 prima di iniziare a masticare! Allora i successivi glieli abbiamo dati uno alla volta... Poi per fortuna l'abbiamo portata via da tavola, altrimenti avrebbe iniziato a mangiare anche i piatti!"
Mr T: [...]


ISTANTANEA N°2: giochi al nido
Sorellina ha un bel caratterino, lo avevo già detto? E' molto più risoluta rispetto a BUH, che - pur molto socievole - ha sempre avuto un approccio più titubante verso gli altri bambini... 
L'altra mattina quando siamo arrivate al nido c'erano solo due bimbi. Una se ne stava accoccolata sul divanetto, e quando ci ha viste entrare si è infilata in bocca il ciuccio fingendo indifferenza, sperando in tal modo di non attirare l'attenzione del piccolo tornado; un altro invece giocava sul tappeto con un barattolo e tante macchinine.
Sorellina si è diretta con decisione verso quest'ultimo, ha preso possesso del barattolo e ha iniziato a dettare lei le regole del gioco, con grande sconforto del suo "amichetto".

lunedì 18 ottobre 2010

Murasaki e la "rivoluzione in rosa"

Partecipo volentieri all'iniziativa proposta da Mammafelice e altre blogger e scrivo anch'io un post dedicato alla campagna della LILT per il mese del Nastro Rosa.

Lo so, sono in ritardo. Avrei voluto preparare questo post ieri, magari inserendoci anche una foto con un particolare rosa, ma... come ho già detto altre volte, nonostante sul lavoro io sia una persona metodica e precisa, non riesco ad applicare queste doti anche nella vita privata. 

Insomma come massaia faccio un po' pena, sempre nell'atto di rincorrere tutto quel che c'è da fare per i  bambini, in continua lotta con perfide ceste dei panni che non si svuotano mai, con i giochi che si rifiutano di starsene tranquilli nelle loro ceste, con le macchinine abbandonate (No mamma, parcheggiate!) sui pavimenti di corridoio e soggiorno.


E in tutto questo rincorrere la quotidianità, finisco per dimenticare una cosa fondamentale, cosa farei, anzi cosa farebbero i nostri figli le nostre ragioni di vita se dovessero perderci all'improvviso e nella sofferenza di una malattia come il tumore? Non ci avevo mai pensato finché la nostra vicina di casa non mi ha raccontato la sua storia.


"C'è una nostra vicina di casa che, qualche anno fa, all'improvviso, iniziò ad uscire con un foulard in testa, con aria sempre più spaesata e mesta, lei che aveva sempre avuto un sorriso radioso e splendidi capelli lunghi fino alla schiena.

Dopo la nascita del secondo figlio, e grazie alle ecografie e ai controlli che andrebbero fatti da tutti con regolarità (ma in pochi fanno davvero), le diagnosticarono un tumore al seno.
Grazie alla diagnosi abbastanza precoce fu fortunata e, nonostante le cure furono piuttosto pesanti da sopportare con due figli piccoli, alla fine è tornata a sfoggiare il suo sorriso radioso, anche se i capelli ormai si è abituata a portarli corti."


E' una storia forse come tante, ma non così tante come vorrei: non posso fare a meno di pensare che, se la prevenzione fosse presa più sul serio, le storie come questa sarebbero molte, ma molte di più!
Per questo è necessaria una "rivoluzione in rosa".

martedì 12 ottobre 2010

Mr T, il lavoro a casa e i figli

Alcuni post letti di recente mi hanno fatto riflettere. Si parla spesso dei pro e contro del lavorare da casa o in un ufficio, e se ne parla soprattutto dal punto di vista delle mamme, che vorrebbero poter gestire meglio i propri tempi oppure che vorrebbero, giustamente, poter rapportarsi a un mondo di adulti oltre che a quello dei propri nani (vedi i recenti post di Mammafelice e di Machedavvero). Ma dai commenti che seguono questi post nessuno sembra curarsi del fatto che questi problemi possono, anche se in tono minore, riguardare anche i papà.

In particolare, mi ha fatto specie leggere il primo commento al post di Macheddavvero che, tra gli altri pensieri comprendeva questo:

"... Però una cosa è innegabile. Se un uomo è a casa e sta lavorando, lui non può essere disturbato perché sta lavorando. Se una donna è a casa e sta lavorando, sta anche badando alla cena, ascoltando con la coda dell'orecchio se la lavatrice finisce la centrifuga, dando lo sciroppo al bambino e rispondendo a una chilometrica telefonata di lamentele di sua madre. Minimo..."

Devo dissentire per una semplice ragione: se un uomo sta lavorando in una casa in cui ci sono bambini piccoli e nonni (suoi genitori) finisce per trovarsi nella stessa identica situazione descritta da Wonder, e lo dico per esperienza personale.

Mr T è un grafico freelance da anni, ma fino a un anno e mezzo fa si era sempre appoggiato ad agenzie pubblicitarie lavorando nei loro uffici. Per diversi motivi lo scorso anno ha deciso di mettersi in proprio, ma tra ricerca del locale da adibire a studio e il prolungarsi dei lavori di ristrutturazione, si è trovato a doversi ricavare un micro-ufficio in una stanza a casa dei suoi.

Bene, si potrebbe pensare, si chiude nella sua stanzetta e lavora tranquillamente. Ed è qui che ci si sbaglia!

Innanzitutto bisogna considerare che Sorellina, fino a tutto il mese di settembre, cioè fino a che non ha iniziato a frequentare il nido, è stata a tempo pieno a casa dei nonni e poi bisogna considerare i mesi estivi, in cui anche BUH! è stato molto più presente a casa dei nonni. Perciò alcune delle frasi tipiche che Mr T si sentiva ripetere ogni giorno, comprendono:

"Mr T, devo uscire a comprare il latte, mi tieni mezzora Sorellina, che fuori fa caldo/freddo?"
"Mr T, Sorellina dorme così bene, vai tu a prendere BUH a scuola? Tanto cosa vuoi che sia, interromperai il lavoro al massimo per una mezzoretta..."
"Papàaa, mi fai vedere un cartone sul tuo computeeer?"

E mi ci metto anch'io, che da quando ho ricominciato a lavorare a tempo pieno (sono fuori casa dalle 7.30/8 alle 19), mi affido fin troppo a Mr T, con la scusa che lui lavora a casa.
"Mi porteresti questi golfini in lavanderia? Tanto è sotto casa!"
"Passeresti tu a pagare la retta del nido/a ricaricare la tessera mensa della materna? Tanto se vai in paese..."

Insomma, oggi Mr T è un papà che gestisce i pargoli e parte della casa quasi dall'alba al tramonto e tra una corsa e l'altra lavora. Tutto perché al momento non ha un ufficio in cui rifugiarsi e concentrarsi in modo continuo sul suo lavoro.

Ogni mattina, con un aiuto relativamente limitato da parte mia, prepara BUH e Sorellina, li porta a scuola e nido. Lavora. Va a riprenderli per portarli dalla nonna. Lavora. Alla sera prepara la cena e sistema anche la cucina, mentre io mi limito a stendere, piegare ed eventualmente stirare i panni (attività che nemmeno mi spiace più di tanto). Senza contare che spesso si alza a consolare Sorellina di notte, perché io -ahimé, anzi ahilui- non la sento. E per tutto questo si lamenta? Beh a volte un po' lo fa, ma allo stesso tempo dice di essere felice di poter passare più tempo con i nostri figli, rispetto a quanto facesse prima.

Ho raccontato tutto questo perché, Mr T, voglio dirti grazie, perché so che troppo spesso sembra che non mi renda conto di tutto quello che fai per la nostra famiglia o che non lo apprezzi.
Non so come farei senza il tuo sostegno e -
ora che almeno ci sono una porta e una vetrata - ti auguro che lo studio sia pronto per l'inaugurazione al più presto e che tu possa finalmente concentrarti al cento per cento sul tuo lavoro e sui nuovi clienti.
Perché è vero che a volte per noi genitori l'ufficio serve da camera di decompressione, serve per riprendere fiato dallo stress familiare, dai bambini urlanti o frignanti e sempre aggrappati a gonne e a pantaloni, e tu ne hai davvero bisogno! Love4.

venerdì 8 ottobre 2010

Sorellina e il nido

Oggi, 8 ottobre 2010, possiamo affermare che la fase uno dell'inserimento al nido si è conclusa con successo.
Sorellina questa settimana ha continuato a frequentare ad orario ridotto (dalle 10 alle 12.15 circa), ma ha affrontato distacchi sempre più lunghi e ha pranzato al nido tutti i giorni.

Alla fine, grazie soprattutto all'approccio delicato delle educatrici, si è adattata discretamente al nuovo ambiente, ha pianto soltanto quando i due o tre bimbi più difficili piangevano forte (e ci credo poverina, si sarà spaventata), ma poi si è sempre fatta consolare velocemente. Questa mattina, addirittura, non ha nemmeno piagnucolato quando Nonna Bea l'ha affidata a tata Lilly.

E poi... beh... si è fatta conoscere per quella bimba affamata di cibo e di vita che noi abbiamo già imparato a conoscere in questi 14 mesi. Tata Lilly si è complimentata perché non aveva mai visto una bambina così piccola mangiare così bene da sola. "Tutto merito della pazienza della mamma", ha elogiato Nonna Bea.
"Tutto merito della fame e del senso pratico di Sorellina", la correggo io.

Certo, perché Sorellina davanti a un piatto di cibo non vede altro che quello e non si dà pace finché non lo rende pulito e lucido, spazzolando fino all'ultima briciolina. Non riesco davvero a immaginarla mentre aspetta serafica che l'educatrice abbia finito il giro del tavolo per avere finalmente il suo boccone. Per questo Sorellina, senza aspettare tata Lilly, prende la forchettina e si infilza il pesciolino da sola e mangia e mangia e finisce con tale anticipo rispetto agli altri Gnomi che, per tenerla buona, tata Lilly deve passarle dei pezzetti di pane tra una pietanza e l'altra. Il rischio, altrimenti, è che allunghi le mani nei piattini degli altri piccoli commensali e che ripulisca anche la loro parte di pranzo!!

martedì 5 ottobre 2010

BUH!, l'Amore e il Riccio di Cioccolata

"Mamma: Juls non vuole più essere la mia fidanzata!"

[...ecco lo sapevo! E' dallo scorso agosto, quando BUH! mi disse per la prima volta che da grande avrebbe sposato Juls, che temevo l'arrivo di questo momento]

Gli ho subito domandato: "Come mai? Avete Litigato?".
BUH!: no, lei ha litigato e ha detto che non vuole più essere la mia fidanzata. E allora io ho detto a tutti i miei amici che non è più mia amica, ecco!!

Lì per lì, ho pensato che - pur così piccola - Juls è proprio una femmina: lei litiga e BUH! non capisce nemmeno il perché!! Un po' mi veniva da ridere, ma poi ho cercato di consolarlo e, visto che domenica saremmo andati a pranzo dai B (genitori di Juls), ho proposto a BUH! di prepararle un dolce divertente, per stupirla e riconquistarla.

Proprio la scorsa settimana mi è arrivato il libro di Natalia di Tempodicottura, così ho fatto scegliere a BUH! la ricetta che preferiva per il dolce da portare a Juls.

Abbiamo fatto il salame di cioccolato a forma di riccio, con due ricci più piccini per i bambini. BUH! si è divertito tanto a rompere i biscotti con il mattarello e poi a decorare con bastoncini e caramelle i tre animaletti.

Alla fine BUH!, che non dimentica mai nulla, ha subito dichiarato alla sua amica: Vieni a vedere il dolce che ti ho preparato, tu pensi che sia una torta e invece è una sorpresa, così sei contenta e vuoi di nuovo essere la mia fidanzata!!"



E come avrebbe potuto resistere a questo capolavoro fatto da BUH!?

venerdì 1 ottobre 2010

Murasaki e l'inserimento al nido (2)


E' fatta! La prima settimana di inserimento al nido è terminata e... devo ammetterlo, Sorellina se l'è cavata molto meglio di quanto avrei osato sperare.

In questi primi cinque giorni ha giocato con macchinine, costruzioni, legnetti, catenelle e barattoli di latta... Si è adattata a districarsi in una giungla popolata di Gnomi (questo è il nome della classe) bipedi, quando lei esplora ancora il mondo circostante gattonando, si è rincuorata alla vista dell'unico altro Gnomo a quattro zampe della classe e ha pian piano preso confidenza con tata Lilly, la sua educatrice di riferimento.

Si è comportata bene ieri, durante il primo distacco (durato circa 10/15 minuti), anche se poi quando l'ho portata da Nonna Bea non ne voleva sapere di staccarsi da me.
Si è comportata bene perfino oggi, con un distacco durato quasi 40 minuti.
Si è comportata bene, nonostante io abbia interrotto il gioco cui si stava dedicando per dirle, scandendo bene le parole: Piccola, mamma esce, ma tornerà presto, mi raccomando fa la brava!
Io ho voluto essere chiara perché non potevo sopportare l'idea che si accorgesse della mia assenza per caso e si sentisse abbandonata per davvero. Così, quando ha capito, ha iniziato a dire: GNA GNA GNA GNA GNA (No mamma, ti prego rimani qui con me), cercando contemporaneamente di arrampicarsi su di me per non lasciarmi andare.
Io sono stata forte, non ho vacillato (almeno davanti a lei), l'ho portata da Tata Lilly che aveva iniziato a fare le bolle di sapone, ho girato i tacchi e sono andata nello stanzino a decorare la copertina dell'album insieme alle altre mamme.

Le altre mamme. Alcune, come me, sono al secondo inserimento, altre sono al primo e abbiamo dovuto staccarle a forza dalla porta, mentre tendevano le orecchie per capire se il bambino che piangeva fosse il loro oppure no. Poi, però, nello stanzino il tempo è volato anche per quelle mamme, e al ritorno abbiamo trovato Tata Lilly con due bambini abbarbicati al collo, alcuni che giocavano nella casina e altri accoccolati con le altre due educatrici del gruppo.

Sorellina se ne stava beatamente in braccio a Tata Nella. Si è comportata bene, mi hanno detto, "è andata un po' in crisi solo all'inizio, quando gli altri bambini si sono messi a piangere forte, ma si è fatta consolare velocemente". Insomma, chi lo avrebbe detto? Se abbiamo superato questa settimana ce la possiamo fare!

In ogni caso io ormai ho dato, la prossima settimana di inserimento tocca a Mr T.
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